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Nell’indagine “Il lavoro minorile in Italia: caratteristiche e impatto sui percorsi formativi e occupazionali”, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro mette in evidenza le ripercussioni negative riportate dagli oltre 2,4 milioni di italiani che hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni. Si tratta di un dato rilevante che rischia di tornare a crescere nel post-pandemia Covid-19. Serve un intervento attento sulle politiche attive, accompagnato da una costante azione verso legalità  ed etica del lavoro.

La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha presentato i risultati dell’indagine “Il lavoro minorile in Italia: caratteristiche e impatto sui percorsi formativi e occupazionali”, condotta lo scorso mese di giugno. Anche nel nostro Paese il fenomeno del lavoro minorile è diffuso, come testimoniano gli oltre 500 i casi di illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri, accertati tra 2018 e 2019 dall’Ispettorato del Lavoro, di cui la maggioranza nei servizi di alloggio e ristorazione.

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