palazzo storico

Triste e buia è ora la via Nazionale, proprio là dove si affacciano le sale dell’Eliseo e del suo “Ridotto” (elegante parola, che sa di piccolo e lezioso). Quasi che l’antistante Palazzo Koch tutto avvolga nel suo cinereo silenzio. E la memoria, ridestata, come suole, per contrasto d’immagini e di figure, risale alla metà degli anni Cinquanta, ai convegni del Mondo, che in quelle sale accoglievano una singolare e nobile élite, e vecchi maestri, e giovani impazienti di scorgere un nuovo volto dell’Italia. Attesa non delusa, poiché tutti i discorsi – di Jemolo e Calogero, Ernesto Rossi e Achille Battaglia, Mario Ferrara e Tullio Ascarelli (ed altri che premono nel grato ricordo) – gettavano lo sguardo nel futuro, proponevano leggi, disegnavano forme della nostra convivenza.

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